Grazie a questo 𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗲𝗿𝗯𝗶𝗼 𝗮𝗳𝗿𝗶𝗰𝗮𝗻𝗼 possiamo introdurre il concetto di 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮.
𝗣𝗮𝗿𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗯𝗮𝘀𝗶: che cosa si intende in 𝗣𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮 quando si parla di “𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗼”?
Lo studioso 𝗞𝘂𝗿𝘁 𝗟𝗲𝘄𝗶𝗻 ha provato a definirlo come 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗶𝘂̀, o meglio, di 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 dalla 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲 𝘀𝗼𝗺𝗺𝗮 delle sue parti. Di fatti, esso possiede una 𝘀𝘁𝗿𝘂𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮, dei 𝗳𝗶𝗻𝗶 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶 e 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮𝗿𝗶 con 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗶 𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗶.
Lewin, inoltre, ne parla come di una 𝘁𝗼𝘁𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶𝗻𝗮𝗺𝗶𝗰𝗮 che è 𝗯𝗮𝘀𝗮𝘁𝗮 sull’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 più che sulla 𝘀𝗼𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮𝗻𝘇𝗮 tra i suoi membri.
Con il concetto di “𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮” Lewin fa riferimento alla 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 presente 𝘁𝗿𝗮 𝗶 𝗺𝗲𝗺𝗯𝗿𝗶: un 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗼, 𝗰𝗼𝗴𝗻𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 o 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 genera un 𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝗯𝗲𝗿𝗼 che impatta tutto l’𝗲𝗾𝘂𝗶𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶𝗼 del 𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗼.
Riprendendo questo tema, l’autore sostiene che 𝗶 𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗶 possano 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗿𝘀𝗶 principalmente in 𝗱𝘂𝗲 𝗺𝗼𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶: 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 dovuta al 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 (circostanze ambientali) e 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 del 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗶𝘁𝗼 (collaborazione per portare a termine un compito).
Nel caso dell’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 del 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗶𝘁𝗼, si può sviluppare un 𝗰𝗹𝗶𝗺𝗮 di 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 o di 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 tra i membri.
Nel primo caso il 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 di 𝗰𝗶𝗮𝘀𝗰𝘂𝗻𝗼 garantisce un 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 per 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 (esattamente come avviene per le 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗶𝗰𝗵𝗲 nel proverbio).
Nel secondo caso, al contrario, il 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 di 𝘂𝗻 membro può determinare l’𝗶𝗻𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 di 𝘂𝗻𝗼 o 𝗽𝗶𝘂̀ altri membri.
Comments